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Il 27 giugno 1814 Mary si dichiarava a Shelley sulla tomba della sua grande mamma, Mary Wollstonecraft e raccontava l’avvenimento al suo caro amico T.J.Hogg nella seguente lettera:
” Allora, come profondamente non sentii la mia inferiorità, come volentieri mi confessai di gran lunga superato in originalità, in genuina elevazione e magnificenza dalla natura intellettuale fino a quando lei non acconsentì a condividere le sue facoltà con me.
Concepii rapidamente un’ardente passione di possedere questo inestimabile tesoro. Nella mia testa questo sentimento assunse una varietà di forme. Nascosi a me stesso la vera natura del sentimento. Tentai di nasconderlo anche a Mary: ma senza successo. Stavo vacillando e non ero fermo nel mio proposito: rabbrividivo al pensiero di trasgredire un vero dovere, e non riuscivo a capire in questo caso i limiti da cui la virtù era separata dalla follia, dove la devozione per se stessi diventa proprio la prodigalità dell’idiozia. La comprensione di Mary fu resa chiara da uno spirito che vede dentro la verità delle cose, e gli affetti si mantennero puri e sacri dalla contaminazione corrotta delle volgari superstizioni. Nessun espressione può descrivere la più remota concezione della maniera in cui Mary dissipò le mie illusioni. Il sublime ed estatico momento in cui confessò di essere mia, a me, che ero stato da così tanto tempo suo in segreto, non può essere dipinto alle fantasie mortali – Ti basti, a te che sei mio amico sapere e rallegrarti che lei è mia: che finalmente possiedo l’inalienabile tesoro, che cercavo e che ho trovato. –
Sebbene strettamente sorvegliati, e guardati con occhi sospettoso, non mancarono le occasioni di frequenti contatti. “
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Lettere – Primo volume – Shelley in Inghilterra
Manuela Mazza
Dove gente vede porte incatenate, io vedo porte da aprire. È solo questione di vedute.
Percy e Mary si misero insieme nonostante tutte le difficoltà, avevano miliardi di motivi per non stare insieme e hanno scelto il solo ed unico motivo per stare insieme e vivere la loro relazione. Correva l’anno 1813 quando Percy che da anni si sentiva con il padre di Mary, William Godwin che tanto stimava, incominciò a frequentare, insieme alla moglie ( Harriet ) e alla figlia ( Ianthe ), casa di Mary in Skinner Street, Londra, che nel frattempo viveva in Scozia, a Dundee, da un amico del padre e sua figlia.
Un giorno si videro di sfuggita mentre lei ritornò per un breve soggiorno a Londra, nella casa del padre, prima di ripartire a Dundee.
Percy e Harriet erano già da diverso tempo in crisi, dalle campagne politiche che lui fece in Irlanda.
Dopo poco Harriet scrisse una lunga lettera ad un’amica che conobbe proprio in Irlanda scrivendo di come il suo matrimonio si fosse sgretolato. Ritornati in Inghilterra incominciarono quindi a frequentare Godwin, finché un giorno di maggio del 1814 Percy decise di andare da solo a Londra, specificando ” senza mia moglie ” al suo caro amico T.J. Hogg. Da lì incominciò a frequentare Mary che si erano piaciuti a vicenda fin dal primo momento che si erano visti, si conobbero e dopo un mese e mezzo si dichiararono il proprio amore e subito lo riferirono a Godwin che inaspettatamente non approvò il loro legame. Lottarono contro tutto e tutti per poter stare insieme, nessuno che accettava la loro unione.
Come si sa l’essere umano ha un’estrema difficoltà ad accettare, un po’ per abitudine e un po’ perché ciò che hanno fatto è stato un qualcosa di diverso, di particolare, al di fuori del comune, ciò che non è conforme alle regole sociali, dell’attuale società in cui viviamo, ma quando questa nuova abitudine e questa concezione comincia a far parte del mondo, inizia a far parte anche di noi e la pigrizia dell’abitudine ci abbandona e lascia spazio a nuovi orizzonti, a nuovi punti di vista e ciò che un tempo reputavamo assurdo ci sembrerà della più perfetta e normale consuetudine. Mi chiedete come faccia ad avere una mentalità tanto aperta, tanto che sono stata l’unica che da subito ha accettato la relazione d’amore della mia amica, beh da quando ho scoperto loro, ho scoperto un mondo, la mia mente si è aperta come non mai e ho esplorato mondi che credevo fossero inesplorabili, l’impossibile diventa possibile, è tutta una questione di vedute, non esistono scuse all’amore e non sono mai esistite da quando esiste il mondo, per amore si rinunciava alla nobiltà, alla tranquillità quotidiana e si cavalcavano le oscure lande del travagliato e sconfinato ignoto e non senza difficoltà, per arrivare ad un benessere comune, ad un’unione profonda, pura e sincera, tra due individui che si comprendono e insieme condividono gli stessi valori morali.
Gli insegnamenti che ci hanno tramandato sono importanti, ma le esperienze dei nostri antenati sono le più grandi dimostrazioni che abbiamo e più di ogni altra cosa ci permettono di conoscere e di capire bene il mondo per poterlo migliorare sempre di più.
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